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Il fenomeno Veronika Widmann
Veronika Widmann non solo da poco può chiamarsi due volte Campionessa Italiana Downhill ma può tranquillamente essere definita anche un fenomeno nella Coppa del Mondo.
All’inseguimento della regina del downhill Rachel Atherton, la ventitreenne di Termeno è la più veloce delle donne italiane in Coppa del Mondo e con diversi piazzamenti nelle top ten e un fantastico settimo posto nella classifica assoluta della UCI Downhill World Cup, si dimostra anche tra le più brave del mondo super veloce. L’infermiera specializzata è arrivata al downhill dal cross country e ha tutte le intenzioni di rimanere fedele alla discesa che, a detta della stessa Veronika, è sempre stata la sua disciplina. Abbiamo parlato con la simpatica atleta di motivazione, sfide e paure e abbiamo anche chiesto: com’è come donna in questo circuito di Coppa del Mondo così dominato dagli uomini?

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Attualmente la più veloce atleta italiana di downhill: Veronika Widmann.



Ciao Veronika. Sei arrivata al downhill abbastanza tardi…
Sì, è vero! Sono arrivata al downhill piuttosto tardi. Già prima però facevo parte del Bike Club Neumarkt Egna, al quale sono iscritta da quando ho dodici anni, partecipando a gare di cross country. Sin da allora il mio forte è sempre stata la discesa, ma al puro downhill sono arrivata solo negli anni dello studio, quando per mancanza di tempo per l’allenamento avevo deciso di mollare le gare di cross country. Nello stesso periodo avevo poi scoperto il downhill.

La tua prima stagione in Coppa del Mondo è stata nel 2015. Quali furono le sfide più importanti?

La sfida più grande è stata il prendere dimestichezza con i tracciati che sono molto impegnativi. Alcuni salti per noi ragazze sono quasi impossibili da superare. Grazie al mio passato in cross country la mia tecnica è sempre stata molto buona, ma con i salti ho avuto le mie difficoltà. Già alla mia prima gara di Coppa del Mondo ho dovuto superare dei salti di un’altezza che non avevo mai visto prima. Ci è voluto uno grande sforzo. Certo, esistono anche le cosiddette chicken-line ma queste ti fanno perdere troppo tempo. E poi, chi vuole correre sulla chicken-line ad una gara di Coppa del Mondo?

Cosa hai potuto imparare nella tua prima stagione in Coppa del Mondo?
Che devi essere concentrata al 100% e non distrarti mai perché superare i tracciati è veramente difficile. E che bike e preparazione devono essere quelle giuste. La Coppa del Mondo è molto diversa da quella nazionale. Durante il primo periodo ho sempre cercato di andare veloce spingendo al massimo, facendo errori e cadendo. Poi mi sono accorta che anche correndo in modo meno aggressivo riuscivo ad essere veloce. L’esperienza insegna. E da lì in poi sono arrivati i buoni risultati. È tutta questione di testa.

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Sulla via del successo al iXS European Downhill Cup di Spicak 2015. ©iXS European Cup


Dov’è che ti alleni? Hai buone possibilità per allenarti a casa tua?
Specialmente d’inverno mi alleno spesso sul Colle di Bolzano che è perfetto per l’allenamento. Il Colle è molto old school, tecnico e impegnativo. Come piace a me. Per il resto non mi alleno molto spesso in Alto Adige. Particolarmente d’estate ho quasi ogni fine settimana una gara e così le occasioni sono rare. Quando sono a casa faccio volentieri un salto in Val di Sole per allenarmi per la Coppa del Mondo.

A livello mondiale, hai un tuo tracciato preferito in Coppa del Mondo?
Dopo quello della Val di Sole quello di Fort William è certamente uno dei miei tracciati preferiti.

Prima hai nominato i grandi salti nella Coppa del Mondo. Hai mai avuto una sensazione di paura nel downhill?
Sì, certamente ci sono momenti che incutono rispetto. Per esempio quando in un fine settimana di gara piove e il tracciato diventa così particolarmente pericoloso. Allora risulta ancora più importante sapere bene cosa fare. Bisogna valutare ogni rischio in modo ancora più rigoroso e correre eventualmente con più prudenza, piuttosto di rischiare una caduta.

Hai un tuo rimedio per non farti sopraffare dalla paura?
Durante la gara è importante saper dominare i sentimenti negativi, conservare la calma e riempire la propria testa di pensieri positivi che ti rafforzano mentalmente. Quando un certo salto mi fa paura decido già prima della gara come superarlo. Se in allenamento ho chiuso il salto con successo cerco di pensare positivamente durante la gara. Quando invece il salto per me è impossibile, allora decido già prima della gara di non saltare e mi concentro sul resto del tracciato. Ho anche già sperimento durante la gara ma è andato storto. È importante essere sicuri di se e di credere in se stessi - questo è la miglior strategia contro la paura.

Hai anche determinati rituali?
Spesso sono un po’ nervosa. Dipende anche molto da come sono andate le qualifiche. Cerco di eliminare la nervosità ripercorrendo mentalmente il tracciato: ogni curva, ogni pietra, ogni salto, ogni passaggio con radici. Questo mi da sicurezza e mi distrae anche. Poi durante il riscaldamento prima della gara ascolto sempre anche un po’ di musica.

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Concentratissima al Campionato Italiano DH Gravitalia. ©Antonio Obregón


Affermarsi nel mondo del downhill in quanto donna è più difficile? Che esperienze hai fatto finora?
Sono sempre di più le donne che fanno anche gare e che sanno anche andare forte. Purtroppo la disciplina del downhill è tuttora dominata dai maschi. Le differenze di prestazione tra il primo e il ventesimo posto nella Coppa del Mondo femminile sono molto accentuate. Ciò è dovuto alla diversa densità tra campionato femminile e maschile. Noi donne dobbiamo inoltre superare gli stessi tracciati degli uomini che già sotto un punto di vista fisico è una sfida immensa.

Cosa consiglieresti a una giovane appassionata di downhill che vorrebbe partecipare a una gara?
Semplicemente, provaci! La cosa più importante è divertirsi! All’inizio non è sempre solo una questione di risultati. È importante essere soddisfatti di se stessi, migliorare forse di qualche secondo e – come detto – divertirsi! Quando la cosa diventa più professionale, allora sono molti i fattori che devono combaciare. La bike deve essere settata in modo ottimale, bisogna prefiggersi un obiettivo. Anche inseguire uno dei ragazzi più veloci cercando di rimanergli attaccato è un modo molto fico per prepararsi a una gara. Così facendo ci si abitua alla velocità e si può vedere l’una o l’altra linea interessante.

Ti aspettano le gare di Coppa Europea, le gare di Coppa del Mondo in Canada e Andorra così come il Campionato Mondiale. Quali obbiettivi hai ancora per questa stagione?
In questa stagione una volta ho mancato il podio di poco. A Fort William all’ultimo intermedio ero ancora al quarto posto ma purtroppo nella ultima parte ho ancora fatto un piccolo errore. Sono convinta che se tutto dovesse andare bene, potrei raggiungere anche il podio. Questo è il mio obiettivo più grande!

Per saper di più su Veronika Widmann vai su Facebook


Testi: Ines Schneider
Traduzione: Werner Ebner
Foto: ©Alex Luise, ©iXS European Downhill Cup
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